Il lavoro flessibile ha molte sfaccettature

HR Today

C'è lavoro flessibile e lavoro flessibile: dai freelance ai gig worker, ai temporanei, tutti svolgono un tipo di lavoro flessibile. Le condizioni quadro, tuttavia, cambiano, e anche chi vuole mettere in collegamento aziende e lavoratori flessibili persegue concetti diversi.

Esistono vari tipi di lavoratori flessibili, il cui denominatore comune è, appunto, quello di lavorare in modo flessibile: per un progetto, per un certo lasso di tempo, per gestire un picco di lavoro o per sostenere un'azienda acquisitrice o un cliente nello svolgimento di un compito specifico. I vantaggi per le imprese sono palesi.

I lavoratori temporanei godono di una certa sicurezza

I lavoratori temporanei operano per una o più aziende acquisitrici ma sono assunti da un'azienda di lavoro interinale. Godono pertanto di una sicurezza analoga a quella dei dipendenti fissi: l'azienda versa infatti loro lo stipendio e corrisponde la sua quota di contributi alle assicurazioni sociali e alla cassa pensione. Sono inoltre previste indennità in caso di malattia o infortunio, e per le vacanze. I lavoratori temporanei soggetti al contratto collettivo di lavoro Personale a prestito possono altresì beneficiare di sovvenzioni fino a 5000 franchi dal fondo per la formazione continua temptraining.

Luzia Röthlisberger (24 anni) è stata collocata da febbraio a maggio 2021 dalla Hardworker presso la Planzer, una ditta di trasporti, per la quale ha lavorato a ore sulla base di contratti settimanali. «Questa soluzione mi ha regalato grande flessibilità, se volevo potevo decidere anche di lavorare al sabato, così da mettere da parte i soldi per una vacanza di due settimane.»

Le ripercussioni della crisi pandemica sul mercato del lavoro si sono però fatte sentire. Nel 2020, il settore temporaneo ha subìto un calo del 14,3%, e nel primo trimestre 2021 i lavoratori temporanei hanno fatto registrare una contrazione del 12,8% delle ore di impiego rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. «Era diventata dura trovare lavoro», conferma Röthlisberger, che è stata costretta a fare i conti anche una perdita di guadagno, visto che la Hardworker ha dovuto licenziarla. Per fortuna è subentrata l'assicurazione contro la disoccupazione, alla quale i lavoratori temporanei possono attingere quanto quelli con contratto fisso. Il bilancio, quindi, nel complesso è positivo: «Ho trovato bello che l'azienda cercasse di dare a tutti l'opportunità di lavorare almeno un po'. Per una o due settimane ho guadagnato meno, però sapevo di avere un lavoro il resto del tempo. Questo mi ha dato sicurezza». Per Röthlisberger, gli impieghi temporanei sono stati un ponte verso un lavoro fisso. Nel mese di maggio, infatti, si è candidata con successo a un posto come autista.

Indipendenti: più flessibilità, più responsabilità

Rispetto ai lavoratori temporanei, i freelance sono indipendenti, di regola anche titolari di una ditta individuale. Spetta dunque a loro assicurarsi sul piano professionale. Le aziende li ingaggiano per compiti o progetti specifici e versano un onorario, ma di tutto il resto devono occuparsi loro.

Barbara Tanner (47 anni) lavora da due anni da remoto nel campo della gestione dei media sociali, un'attività che sostanzialmente può essere svolta in qualsiasi posto e a qualsiasi ora. I suoi clienti sono soprattutto coach, indipendenti e piccole imprese che desiderano far amministrare i loro canali di comunicazione. Parallelamente, Tanner organizza anche laboratori su LinkedIn e Instagram.

Il versamento degli oneri sociali è obbligatorio per gli indipendenti. Temi come la previdenza per la vecchiaia, l'assicurazione contro gli infortuni e la perdita di guadagno possono nascondere insidie. Il versamento di contributi a una cassa pensione e la stipulazione di un'assicurazione contro gli infortuni, di indennità giornaliera malattia e contro l'incapacità di guadagno sono facoltativi e, per i freelance, rappresentano quindi spese supplementari o un rischio elevato.

Tanner non è più affiliata ad alcuna cassa pensione: «Ci penso da sola alla mia previdenza, ho diversi conti terzo pilastro 3a con la mia banca e un'assicurazione». Contro gli infortuni, invece, è assicurata presso la sua cassa malati. In caso di soggiorni all'estero di lunga durata, inoltre, stipula un'assicurazione viaggio. Tanner non è invece coperta contro la perdita di guadagna a causa di una malattia o un infortunio. «Per me è un rischio calcolato. È un'assicurazione molto costosa, e in più subentra solo a partire dal trentesimo giorno. Visto che organizzo in anticipo i miei mandati e svolgo le formazioni online, se mi ammalo un paio di giorni non subisco alcuna perdita di guadagno.»

I freelance devono pensare autonomamente anche al loro perfezionamento. «Seguo regolarmente dei corsi, i media sociali sono un ambito molto dinamico, quindi è importante essere sempre aggiornati per offrire il meglio alla clientela», spiega Tanner.

La pandemia non ha cambiato molto per lei, che già prima lavorava da remoto e faceva ampio uso delle videochiamate. «Il fatto che ora tutti sanno utilizzare Zoom e organizzare videoconferenze ha addirittura agevolato il mio lavoro. Non devo più spiegare come fare.» Tanner è dunque una felice eccezione. Molti indipendenti, infatti, lottano per la sopravvivenza delle loro attività. La pandemia ha aperto voragini nella sicurezza sociale, anche perché i freelance non hanno per esempio diritto alla disoccupazione o al lavoro ridotto. Il disciplinamento dei casi di rigore è stato un faro nel mare in tempesta che ha consentito anche agli indipendenti di richiedere indennità per la chiusura di esercizi, la perdita di cifra d'affari o l'annullamento di eventi.

Piattaforme di lavoro flessibile in continua ascesa

Come entrano in contatto aziende e lavoratori flessibili? Su piattaforme specifiche, per le quali negli ultimi dieci anni si è aperto un notevole mercato. Gli approcci sono molteplici.

Oltre a occuparsi dell'intermediazione, piattaforme come Coople, Smartstaff e Adia fungono anche da datori di lavoro, e quindi gestiscono gli impieghi, versano lo stipendio, gli oneri sociali ecc.

Altre piattaforme, come Uber, sono meri mediatori. L'azienda vede i conducenti come indipendenti. Fino a non molto tempo fa anche la Batmaid, azienda di collocamento nel campo delle pulizie, funzionava così. A gennaio 2021, invece, ha modificato il suo modello di affari e assunto quasi tutto il personale.

La tendenza a favore delle piattaforme che rendono possibile il lavoro flessibile non accenna a rallentare, tant'è vero che ne spuntano sempre di nuove, benché alcune, come GigMe, sono costrette a chiudere dopo pochi anni.

Dalla primavera 2021, è online la piattaforma We Talents. Creata dai fondatori del portale per il tempo libero Ron Orp, mira a mettere in collegamento freelance e aziende nel settore creativo. La piattaforma poggia su un modello ibrido: i freelance affiliati si occupano autonomamente del versamento degli oneri sociali, mentre per gli altri mette a disposizione un sistema di payrolling e si occupa di tutti i compiti amministrativi.

Flessibilità nella crisi

Con un altro approccio, la piattaforma Sharing Jobs vuole invece sostenere la flessibilità del mercato del lavoro. Nata nel 2020 in piena pandemia con l'obiettivo di invitare le aziende a non licenziare le proprie collaboratrici e i propri collaboratori, bensì a prestarli ad altre ditte, mette a disposizione una sorta di piazza di scambio gratuita. Si tratta di una soluzione che molte aziende perseguono autonomamente. Nella primavera 2021, la Digitec ha per esempio occupato lavoratori temporanei e preso in prestito dipendenti di altre ditte che avevano troppo poco lavoro. Durante la seconda ondata, la Swiss ha dal canto suo prestato assistenti di volo al Canton Zurigo, che non riusciva più a gestire il tracciamento dei contatti.

Le aziende di lavoro temporaneo hanno fornito un contributo essenziale alla flessibilità di un mercato del lavoro martoriato dalla crisi, per esempio collocando nel settore logistico forza lavoro del settore degli eventi e della gastronomia. Al tempo stesso, i lavoratori temporanei sono stati essenziali per gestire i picchi di lavoro nella sanità.

La flessibilità è dunque uno strumento efficacissimo in tempo di crisi. Il lavoro flessibile in tutte le sue sfaccettature fornisce un importante contributo. Quello temporaneo, in particolare, offre flessibilità in un contesto disciplinato giuridicamente e a livello di parti sociali.

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La posizione di swissstaffing

L'impressionante accelerazione della digitalizzazione, la penuria di personale specializzato e l'aumento della flessibilizzazione delle forme di lavoro occuperanno il mercato del lavoro anche in futuro. swissstaffing intravvede fabbisogno di intervento in tre settori:

  • il lavoro temporaneo si è affermato quale forma di impiego flessibile, ma sicura, e dovrebbe servire da condizione quadro per ancora più lavoratori;
  • la politica non può limitare ulteriormente la flessibilità del lavoro temporaneo. Dovrebbe invece adeguare regolamenti ormai obsoleti affinché il settore temporaneo possa continuare ad assolvere la sua funzione di ponte;
  • gli eventuali interventi nella zona grigia tra assunzione e indipendenza dovrebbero garantire un corretto equilibrio tra flessibilità e sicurezza sociale.

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